Trattamento della patologia vertebrale con tecniche mininvasive |
5)Trattamento delle sindromi aderenziali: la periduroscopia e la peridurolisi
Le sindromi aderenziali peridurali, che più spesso rappresentano un esito della chirurgia della colonna, sono in realtà più frequenti di quanto non si pensi e riguardano spesso persone mai trattate dal chirurgo. Probabilmente le aderenze peridurali e periradicolari sono prodotte in questi ultimi casi dallo stato infiammatorio cronico delle strutture della colonna (disco, articolazioni) con deposizione delle sostanze di rifiuto, dai detriti di materiale degenerato, dal tessuto infiammatorio stesso. In questi casi, dove spesso non trova indicazione la chirurgia maggiore, può essere effettuato un intervento di pulizia (peridurolisi) sotto controllo endoscopico che riveste anche significato diagnostico in alcuni casi superiore ai più sofisticati accertamenti radiologici. L’intervento viene eseguito in anestesia locale con sedazione, in posizione prona e sotto controllo radioscopico, mediante l’inserimento, attraverso un accesso naturale costituito dallo iato sacrale, di un endoscopio sottile (di regola 1,8 mm) munito di un canale di lavoro attraverso cui può essere eseguito un lavaggio di pulizia con soluzione fisiologica, la medicazione delle parti maggiormente congeste con farmaci, l’apertura di aderenze serrate mediante appositi strumenti (palloncino di Fogarty, Resablade). Il tutto tramite un accesso cutaneo di 2 mm. E per la durata di circa 15’-20’. Il trattamento è ripetibile, il paziente viene mobilizzato due ore dopo e dimesso il giorno successivo.
L’indicazione elettiva è rappresentata dalle sindromi cicatriziali post-chirurgiche del tratto lombare, sebbene il suo valore diagnostico e terapeutico si esprima in maniera egregia anche nelle sindromi radicolari incongrue (esempio ernia discale con dolore all’arto contro laterale) e in alcuni casi di dolore intrattabile sacrococcigeo, perineale e perianale
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